Sindrome da alimentazione notturna: Night Eating Syndrome
“Ci facciamo lo spaghetto di mezzanotte?” – chi non ha mai usato questa espressione o comunicato il desiderio di porre rimedio in questo modo a un’improvvisa fame nelle ore notturne?
Mangiare di notte non è mai una scelta consigliabile, in alcuni casi questo bisogno di mangiare nelle ore notturne si trasforma in una vera e propria patologia.
Parliamo della Night Eating Syndrome, un disturbo alimentare che deve essere diagnosticato accuratamente per limitare i danni, come sovrappeso, obesità ed evitare un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete.
Che cos’è la Sindrome da Alimentazione Notturna?
La Night Eating Syndrome è un disturbo alimentare che consiste nello sviluppare un atteggiamento compulsivo verso il cibo, che viene consumato in grandi quantità e in particolar modo nelle ore notturne.
“Ingrasso, ma di giorno non mangio quasi niente” – la giustificazione per i chili di troppo è presto data. Chi soffre di questa sindrome tenderà a digiunare durante le ore diurne, oppure assumerà solo piccole quantità di cibo.
Anche il rapporto con il sonno è travagliato, in quanto chi soffre della Night Eating Syndrome si sveglia più volte durante la notte, quindi sperimenta i disagi derivati dall’insonnia e dal sonno non continuo, con ripercussioni anche sulle performance lavorative e sociali.
I fenomeni di iperalimentazione si verificano nel corso dei risvegli notturni. In queste occasioni si crea un circolo vizioso che comprende la presenza in simultanea di tre tipi di disturbi che sono:
- il disturbo del sonno;
- il disturbo dell’umore;
- la patologia alimentare.
Questi tre aspetti si influenzano reciprocamente e si autoalimentano. L’assunzione in dosi massicce di cibo, e in particolare di cibo grasso e ricco di zuccheri, può causare un incremento del peso o aggravare uno stato di obesità.
In particolare, la Sindrome da Alimentazione Notturna viene considerata come un possibile fattore di rischio non solo per l’obesità, ma anche per lo sviluppo di alcune patologie come il diabete mellito e disturbi metabolici ed endocrini.
Non solo, ma chi soffre di questa sindrome può andare incontro più frequentemente a patologie gastrointestinali e a problemi cardiovascolari, in modo particolare l’aumento della pressione arteriosa.
Tale patologia, quindi non deve essere sottovalutata, bensì richiede un approccio specialistico che coinvolga sia l’aspetto neurologico per il miglioramento ed il mantenimento del sonno, sia un aiuto psicologico per superare eventuali disturbi dell’umore e stati depressivi che nutrizionale per ristabilire corrette abitudini alimentari, a partire dalla suddivisione dei pasti all’interno della giornata.
L’approccio multidisciplinare, quindi, è quello che può aiutare il paziente a vincere questa sindrome combattendo su più fronti. Il primo è sicuramente l’attuazione di una terapia farmacologica con lo scopo di inibire il senso di fame. Il secondo fronte è quello rappresentato dall’istituzione di buone abitudini come una dieta equilibrata e uno stile di vita attivo.
Oltre a queste indicazioni è importante limitare l’acquisto di quello che viene definito comfort food oppure junk food, al fine di limitare potenziali tentazioni.
È importante anche capire se la Sindrome da Alimentazione Notturna possa essere causa di malnutrizione. Il mancato apporto di nutrienti durante i pasti diurni, infatti, non viene compensato con le abbuffate notturne, poiché i cibi preferiti sono, per l’appunto, carboidrati, cibi ricchi di zuccheri e grassi.
In tal senso, il medico potrà suggerire l’assunzione di integratori di vitamine e sali minerali che possano aiutare il paziente a ristabilire un equilibrio.
Infine, è importante lavorare sul fronte delle abitudini, poiché, ci sono diverse azioni che più o meno consapevolmente commettiamo ogni giorno che non ci permettono di avere un sonno continuo.
Un esempio su tutti è l’utilizzo di tablet e cellulari prima di andare a dormire, oppure il consumo di alcolici o di sostanze eccitanti possono rendere più faticoso sia l’addormentamento che il mantenimento del sonno.